Gian Renzo Morteo (Rivarolo Ligure, Genova, 23 settembre 1924 – Torino, 27 agosto 1989) fin dagli anni degli studi universitari manifestò interesse verso il teatro laureandosi con una tesi su “La tecnica del dramma dall’800 ai nostri giorni” (relatore Francesco Pastonchi). Dal 1951 al 1953 è stato assistente di Italiano presso il Liceo maschile di Stato di Montpellier. Da qui l’inizio di una lunga frequentazione della cultura francese non soltanto drammatica. Dal 1969 al 1982 sarà docente di Drammaturgia e Storia dello Spettacolo presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino per inaugurare, nell’anno 1969/70, I’insegnamento di Storia del Teatro presso la locale Facoltà di Magistero. Nel 1972, con il medesimo incarico, passerà alla Facoltà di Lettere e Filosofia, sempre presso la stessa Università. Nel 1954 ebbe inizio la sua collaborazione alla rivista “II Dramma” che proseguirà in modo continuativo fino al 1958 per diventare saltuaria negli anni successivi. Dal 1955 divenne collaboratore della casa editrice Einaudi per la quale, tra l’altro, nel decennio ’60/70 sarà redattore della Collana di teatro. Dal 1957 al 1975 (con una interruzione tra il 1971 e il 1973, dovuta a divergenze sulla gestione culturale del teatro) lavorò presso il Teatro Stabile di Torino. Tra i diversi incarichi fu a lungo addetto alle attività culturali, membro della direzione collegiale” (1968/70) e Direttore del Centro Studi (1973/75). Collaboratore della Biennale di Venezia, dal 1974 al 1977 fu membro della Commissione per il Teatro. Nel 1979, grazie a una convenzione tra Comune e Università di Torino, fondò e diresse il Centro di Documentazione per la Animazione che oggi porta il suo nome. Negli anni ’80 accettò la direzione del rinato Festival di Chieri e fondò il periodico “Linea teatrale” che diresse sino al 1989. Nel corso della sua carriera Gian Renzo Morteo ha svolto un’intensa attività di traduttore e presentatore di testi teatrali. Tra gli autori da lui tradotti in italiano si ricordano: Arthur Adamov, Paul Claudel, Serge Delprat, Marguerite Duras, Cristophe-Barthélémy Fagan, Guy Foissy, Witold Gonbrowicz, Eugéne Ionesco, Eugéne Labiche, Félicien Marceau, Max Maurey, Molière, Georges Ribemont-Dessaignes, Georges Schéhadé, Jean Tardieu, Roger Vitrac, Jeannine Worms. Come saggista si è occupato principalmente di letteratura drammatica, poetiche e tecniche teatrali, scenotecnica, scenografia e animazione teatrale. In tale veste ha lavorato per numerose riviste e numerosi editori tra i quali, oltre al già citato Einaudi si ricordano: Cappelli, Casini, Dell’Albero, Emme, Musolini e Rizzoli.
Autore di numerosi articoli, prefazioni e saggi, tra i suoi volumi si ricordano: Il teatro popolare in Francia (da Gémier a Vilar) (1960); Idea della regia teatrale in Italia dal 1920 al 1940 (1974); L’animazione come propedeutica al teatro (1977); Spettacolo e spettacolarità tra Langhe e Roeri (1981).
Tra le sue drammaturgie: Sordoliberatutti (Compagnia dei Burattini di Torino, Teatro dell’Angolo, 1974); La Porta, azione in due tempi danzata e mimata (Compagnia di danza contemporanea Bella Hutter, 1976); Abiti negri e altre colombe (Teatro dell’Angolo, Compagnia Bella Hutter, 1978); Tiocolck computer folk (Assemblea Teatro, 1985).